26/04/2024
Direttore: Franco Liistro

ALLA SCOPERTA DELLA TECNICA SEGRETA DI FERRARI E MERCEDES

Torino. È presto dire se con Liberty Media le cose cambieranno veramente in Formula 1 ma, stando alle prime indicazioni, emerse in questo primo scorcio di stagione, si direbbe proprio di si. Per dirla all’inglese l’ambiente sembra decisamente più “friendly”, meno chiuso che in precedenza. Meno riservato ai soli addetti ai lavori, meno autoreferenziale ed inaccessibile.

L’atmosfera che si respira è quella di una maggiore apertura alle esigenze degli spettatori, con i piloti che si concedono ai tifosi dopo le prove e qualche restrizione in meno per i media. Che, udite, udite, non sono più trattati come i nemici numero uno da combattere, da isolare, come potenziali spie ed ingombranti impiccioni, ma come una delle tante tessere di un mosaico complesso e variegato.

 La dimostrazione più palese di questa inversione di rotta c’è stata con lo sbarco del Circus iridato in Europa dove, a dispetto degli anni passati, non si assiste più a quelle scene, al limite del grottesco, di meccanici che ti spintonano o si schierano a “testuggine” davanti alle loro vetture, per celare a sguardi indiscreti i segreti tecnici delle monoposto.

Al contrario, sia a Barcellona, che a Montecarlo, è stato possibile dare un’occhiata da vicino alle nuove Formula 1, soprattutto a Ferrari e Mercedes, senza troppe restrizioni e camuffamenti dell’ultimo momento. Un deciso passo in avanti, rispetto a qualche mese fa, che ci ha permesso di immortalare alcuni di quei dettagli che, nei tempi, passati i team occultavano allo sguardo profanatore dei media. Ecco i dettagli tecnici più interessanti della Ferrari SF70H e della Mercedes F1 W08.

FERRARI SF70H

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 Il lungo naso della SF70H non sartà forse la conformazione aerodinamica esteticamente più valida, ma consente di liberare due ampi canali, ai lati del musetto, attraverso i quali passa il flusso d’aria che investe la parte inferiore del telaio e va ad incunearsi sotto il fondo piatto.

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Inutile nascondersi dietro un dito: la vera, grande, sorpresa del 2017 è la Ferrari SF70H, la monoposto che meglio di tutte ha interpretato le nuove regole e l’utilizzo delle gomme “larghe”, prodotte dalla Pirelli. Tanti i segreti tecnici della monoposto di Vettel e Raikkonen, a partire dalla sua conformazione aerodinamica, che presenta fiancate assolutamente inedite, con presa d’aria stretta e collocata molto in alto. Ma, quello che in pochi hanno fatto notare, è la profondissimo “svasatura” presente nella parte inferiore dei pontoni laterali, con tutti i vantaggi di carattere aerodinamico che ne conseguono. Per la cronaca la Ferrari fu la prima ad introdurre la rastremazione inferiore delle fiancate, sulla F2003 GA del 2003, la monoposto dedicata all’Avvocato Agnelli.

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Se le fiancate della SF70H sono le più originali del lotto, altrettanto si deve dire per i complessi deviatori di flusso "a ponte" della rossa, composti nella parte alta da una doppia appendice, che sembra quasi un prolungamento della fiancata. Non meno originale anche il deviatore di flusso verticale che, a differenza delle altre monoposto, non è ancorato al fondo vettura, ma alle pance: questa appendice lavora in sinergia con i complessi “bargeboard” (quelle appendici sagomate, poste a tre le ruote anteriori e il bordo di attacco delle fiancate laterali) e lascia libero il passaggio del flusso, che scorre tra la parte inferiore della fiancata e il fondo piatto.

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L’argomento sospensioni tiene banco in casa Ferrari fin dallo scorso mese di dicembre, quando Simone Resta chiese chiarimenti alla FIA sulla legittimità, o meno, di certi dispositivi messi a punto da Mercedes e soprattutto Red Bull. Dispositivi che, per la cronaca, avrebbero di fatto reintrodotto sospensioni di tipo “attivo”. La messa al bando di questi cinematismi ha costretto gli avversari della Ferrari a ripensare il loro sistema, mentre sulla SF70H i tecnici del Cavallino hanno mantenuto un cinematismo simile a quello del 2016 (di derivazione Red Bull RB12), con un un terzo ammortizzatore, ancorato nella parte superiore del telaio, per un migliore controllo del beccheggio e del rollio.

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Per risolvere i problemi della passata stagione, generati dalla sollecitazioni indotte dalla sospensione posteriore, che scaricava sulla scatola del cambio, nel 2017 la trasmissione della Ferrari è stato completamente rivista e con essa il cinematismo della sospensione posteriore, che ha comunque mantenuto lo schema pull rod. Sulla SF70H la scatola del cambio è stata irrobustita, facendo largo uso di materiali compositi. Nell’immagine si possono notare anche i radiatori, sdoppiati, montati a “V”, all’interno delle fiancate.

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Oro nel retrotreno Ferrari? No, semplicemente lamine di Zircoflex, un mix tra oro e ceramica: il primo viene sfruttato per riflettere ben il 98% del calore generato dai condotti di scarico, la componente ceramica ha invece la funzione di scudo termico.

 MERCEDES F1 W08

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Dopo le prime travagliate gare, in casa Mercedes si è corsi ai ripari e a Barcellona, prima vera gara europea, ha debuttato una versione, che potremmo definire “B” della F1 W08, talmente numerosi sono gli aggiornamenti. A partire dalla nuova conformazione aerodinamica anteriore, con un muso decisamente più stretto del precedente, come si può ben osservare nell’immagine.

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Come su tutte le monoposto dell’ultima generazione, anche sulla F1 W08 i vari elementi della sospensione vengono trasformati in vere e proprie appendici aerodinamiche, per aumentare il carico sull’asse anteriore e migliorare lo scorrimento dei flussi d’aria, che vanno ad investire le fiancate.

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 Senza ombra di dubbio i “bargeboard” e i deviatori di flusso laterali della Mercedes F1 W08 sono i più complessi del lotto e rappresentano un’ulteriore sofisticazione, rispetto alle soluzioni del 2016. In particolare, per “energizzare” il flusso d’aria che lambisce le fiancate e investe il retrotreno, la Mercedes del 2017 utilizza due deviatori di flusso verticali, che agiscono in sinergia con un terzo elemento “a ponte”, montato in corrispondenza del bordo d’attacco delle fiancata.

 

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In questa immagine si può ben osservare la parte terminale del sistema S-Duct, la cui funzione è quella di catturare l'aria turbolenta che lambisce la parte inferiore del muso, incanalarla al suo interno, per poi espellerla, sotto forma di flusso laminare, nella parte superiore del telaio. L’utilità dell’S-Duct è duplice: ripulire il flusso d'aria diretto verso il fondo vettura e accelerare quello che lambisce telaio, abitacolo e parte superiore delle fiancate.

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Dopo avere esordito con una appendice posteriore contenuta, anche la Mercedes si è dovuta convertire all’ampia “pinna” posteriore, con tanto di "“T-Wing”, quel piccolo profilo alare ancorato alla pinna, per aumentare il carico in corrispondenza del retrotreno. Nel caso della F1W08 si sono viste diverse soluzioni e addirittura un triplano posteriore. In alcune gare, per smaltire le alte temperature del vano motore, la Mercedes ha anche utilizzato una versione dotata di “ciminiera”, ovvero di un piccolo sfogo dell'aria calda, collocato nella parte alta della pinna.

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 La Formula 1 moderna è anche fatta di micro appendici aerodinamiche che, rispettando i limiti imposti del regolamento, consentono comunque di aumentare il carico sulle monoposto. Ecco allora che su alcune piste, dove occorre tanta deportanza, sull’asse posteriore fa la sua comparsa il “monkey seat”, letteralmente il “seggiolino della scimmia”, una piccola appendice di forma arcuata, come quella adoperata dalla Mercedes, a valle dei condotti di scarico.

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IPer migliorare la funzionalità dell’ala posteriore il team campione del mondo ha invece praticato una serie di tagli orizzontali, nelle paratie laterali, che hanno il compito di ripulire e velocizzare il flusso d’aria che si stacca dai profili alari posteriori, riducendo drasticamente le turbolenze nella sezione di coda.

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A differenza della Ferrari, che presenta masse radianti sdoppiate, e montate a “V”, all’interno delle fiancate laterali, sulla Mercedes F1 W08 i radiatori non sono sdoppiati e montati in posizione inclinata, rispetto all’asse di marcia.(Foto e testi di Paolo D'Alessio)